CASA POUND: SOLO MENZOGNE E COLTELLATE

La prima uscita pubblica di Casa Pound a Modena coincide con la prima aggressione nei confronti di un antifascista. I fatti risalgono a sabato 27 Febbraio quando a seguito di una lite verbale il responsabile provinciale della formazione di estrema destra ha prima minacciato e poi cercato di accoltellare un antifascista che si è prontamente difeso con la mano procurandosi un taglio a tre dita, una lesione ad un tendine e 25 giorni di prognosi. Chi conosce o ha seguito lo svilupparsi del fenomeno Casa Pound in Italia non può rimanere stupito dei fatti accaduti: infatti basta una semplice ricerca su internet per trovare precedenti di aggressioni in tutto il paese da parte di questa organizzazione fascista, come rivendicato dal coordinatore provinciale e come si può ben capire dallo statuto dell’associazione. Appare chiaro il loro progetto, che si ripete più o meno uguale in ogni città dove sono presenti: infatti cercano di inserirsi nel territorio dandosi una facciata pulita e democratica, organizzando conferenze e cercando sempre l’appoggio delle istituzioni o di chi ne fa parte, ma al tempo stesso si muovono nell’oscurità con il classico atteggiamento delle forze dell’estrema destra e cioè aggressioni, intimidazioni e una certa confidenza con i coltelli, da Verona a Roma, da Napoli a Reggio il copione è sempre lo stesso. Una particolare riflessione merita la situazione reggiana dove questa formazione si è insediata facendo leva su percorsi culturali, dalle conferenze alle presentazioni di libri, ma oggi che hanno raggiunto una certa legittimità le aggressioni a spazi sociali, studenti antifascisti e addirittura a consiglieri comunali sono all’ordine del giorno. Per questi motivi sabato pomeriggio abbiamo ritenuto opportuno organizzare una mobilitazione per sensibilizzare i modenesi su questo argomento, e in effetti la maschera democratica di Casa Pound è caduta abbastanza in fretta.

Per quanto riguarda le dichiarazioni del coordinatore provinciale si rileva il solito vittimismo che contraddistingue l’agire di questa formazione; molti sono i precedenti, dai fatti di piazza Navona dell’ottobre 2008 dove cercarono con la violenza, cioè bastoni alla mano, di entrare all’interno di un corteo dell’Onda Anomala (il nome che si sono dati gli studenti che contestano la riforma della scuola) per poi dire di essere stati aggrediti dai manifestanti senza un motivo apparente, o come sempre a Reggio Emilia dopo un assalto da loro compiuto ad uno spazio sociale denunciarono solo la risposta nei loro confronti dimenticandosi quale era stato il fattore scatenante. E anche in questo caso appare difficile pensare come ci si possa semplicemente difendere con un coltello in mano o addirittura, come da lui dichiarato sulla stampa, che "il taglio se lo è provocato l’aggressore dando una manata al coltello", cosa che non ha alcun senso logico.

Ora che il modo di agire di questa organizzazione è chiaro e sotto gli occhi di tutti chiediamo una presa di posizione forte da parte di tutte le forze politiche della città, in primis del consigliere Barcaiuolo a cui chiediamo se tornerebbe ad una iniziativa organizzata da Casa Pound e se la solidarietà del comunicato del suo partito al portavoce di questi nuovi fascisti comprende o meno il buon uso del coltello. Infatti su proposta del consigliere del PdL è stato votato un ordine del giorno da gran parte dell’opposizione di piena solidarietà a Vandelli senza nemmeno porsi il dubbio se quanto raccontato da quest’ultimo fosse realmente la verità; probabilmente i contatti sia ideologici che politici tra Casa Pound e una certa parte del PdL non sono poi così casuali come Barcaiuolo vuole far credere. Tra l’altro la sala al proprietario dell’albergo è stata chiesta fingendo di essere un partito legato al PdL, segnale che qualcosa da nascondere ce l’hanno.

Chiediamo anche all’amministrazione che ha la responsabilità di una medaglia d’oro e di tante vite perse dai partigiani per liberare Modena da chi ispira Casa Pound, se dopo una "corretta" richiesta concederebbe una sala pubblica a questi fascisti.

Pensiamo che non sia più tollerabile dare agibilità a queste persone e come antifascisti continueremo a mobilitarci dal basso per evitare che su Modena torni l’incubo del fascismo.

 

GUERNICA

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