REPORT PRESIDIO ANTISFRATTO

PRESIDIO ANTISFRATTO A SAN PROSPERO

Grazie al sito di Asia (http://asia.rdbcub.it/) veniamo a conoscenza della esistenza di uno sgombero imminente in un comune vicino a Modena, San Prospero, di quindici famiglie di lavoratori immigrati: come Sportello dei Diritti, una struttura di informazione sui diritti del lavoro cui collaborano sindacalisti RdB-Cub e compagni del Cam, decidiamo di saperne di più e ci rechiamo sul posto la sera di lunedi scorso per parlare con queste famiglie.
Troviamo una situazione molto accogliente, in cui le persone con cui entriamo in contatto ci segnalano la loro disperazione per lo sgombero che sarebbe avvenuto in due momenti dei quali il primo era stabilito per giovedi primo ottobre.
Vista la urgenza del problema, decidiamo di convocare una assemblea per la sera di martedi per proporre la costituzione di un comitato.
Ci presentiamo con uno striscione contro gli sgomberi, dopo aver convocato anche tutti gli altri gruppi politici che riteniamo possano essere sensibili al problema: l’unico a rispondere si rivela essere Rifondazione Comunista e, a sorpresa, un consigliere del PdL che si dichiara indignato per la situazione di Palazzo Sole, così è chiamato il condominio sito in Via Roncaglio,2 a San Prospero (MO).
Naturalmente ogni collaborazione con quest’ultimo è impossibile, ma resta una disponibilità ad uno scambio di informazioni che gli inquilini ritengono importante e che decidiamo di rispettare.
Proponiamo un volantino che il neonato "Comitato di Palazzo Sole" approva collaborando attivamente alla stesura.
Nella giornata di mercoledi il Comitato distribuisce nelle buche delle lettere del paese e di un’altro limitrofo, 2000 volantini che convocano il presidio contro lo sfratto del Palazzo.
Nel frattempo un consigliere comunale della lista grillo, sensibilizzato sulla questione, ci fa presente che la sera di mercoledi si riunisce il consiglio comunale ed immediatamente si decide di partecipare con dei cartelli in modo silenzioso.
Il consiglio si rivela un momento utile riusciamo a ottenere un incontro aperto a tutti.
L’incontro produce l’emersione di inoppugnabili responsabilità della giunta che con una serie incredibile di atti metodologicamente errati, è la principale responsabile di una situazione di interruzione non volontaria dei pagamenti da parte degli inquilini del palazzo che in passato, per dichiarazione della stessa giunta, erano praticamente tutti regolarmente paganti. Dunque la giunta si rivela essere pesantemente corresponsabile, congiuntamente alla proprietà, di una situazione amministrativamente sfuggita di mano di cui le uniche vittime sono i lavoratori residenti. Nonostante questo, la chiusura del sindaco rispetto ad ogni sollecitazione a bloccare lo sfratto e ad aprire un tavolo di trattativa, si rivela completamente non praticabile per la posizione di chiusura del sindaco e dei suoi più stretti collaboratori.
Quindi il picchetto anti-sfratto diventa l’unica possibilità di poter costruire un rapporto di forza: dalle quattro del mattino militanti di RdB-Cub, del Cam, della redazione di www.rossocontroinfo.blogsp

ot.com e di Rifondazione Comunista, raggiunti anche da una delegazione degli sgomberati dal Palazzo Verde di Sassuolo, si trovano sotto il palazzo e si congiungono con gli inquilini che resistono, con qualche avvicendamento, fino alle 8e30 variando tra le 17 e 28 unità.
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A quell’ora 6 macchine tra vigili urbani e carabinieri più un pulmino sempre dei vigili, arrivano sotto la casa assieme all’ufficiale giudiziario.
Chiediamo fin da subito di rinviare l’esecuzione dello sfratto al fine di aprire un tavolo di confronto con le istituzioni: dopo una consultazione tra i tre rappresentanti dell’apparato repressivo dello stato e dopo aver verificato la determinazione del picchetto a svolgere comunque resistenza passiva allo sgombero delle prime quattro unità abitative con due famiglie presenti, viene offerta la disponibilità a rinviare lo sgombero al quindici del mese pur rilevando le generalità di tutti i presenti.
RESISTERE AGLI SFRATTI DIFENDERE I DIRITTI

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